Il soggetto che si trovi sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere, la più grave e più afflittiva prevista dal nostro ordinamento, ha di solito come primo obiettivo (qualora non sia possibile una revoca totale della misura) quantomeno un’attenuazione della stessa, attraverso la concessione degli arresti domiciliari.
Chi può concedere gli Arresti Domiciliari
Gli arresti domiciliari possono essere concessi unicamente dal Giudice che in quel momento procede nei confronti dell’arrestato (a seconda delle fasi processuali il Giudice per le indagini preliminari, il Giudice del primo grado o quello di appello), oltre che dal Tribunale del Riesame adito nell’immediato (entro dieci giorni dall’applicazione della misura) oppure in seguito, in sede di appello contro l’ordinanza del Giudice che respinga la richiesta di concessione della misura domiciliare.
Per tale ragione, per ottenere gli arresti domiciliari, sarà necessario presentare al Giudice un’apposita istanza, nella quale dovranno essere rappresentate e argomentate le ragioni per cui ci si ritiene meritevoli di una misura meno afflittiva (gli arresti domiciliari) rispetto a quella in atto (custodia in carcere).
In quale momento richiedere gli Arresti Domiciliari?
Il momento opportuno per richiedere gli arresti domiciliari è di solito il momento in cui si ritiene di poter portare alla valutazione del Giudice un fatto nuovo, ovvero un elemento o una circostanza diversa da quelle fino a quel momento oggetto di analisi da parte del Giudice.
In effetti, poiché spesso ci si rivolge proprio al Giudice che ebbe a disporre la misura cautelare in carcere, per ottenere gli arresti domiciliari occorrerà sostanzialmente fargli mutare opinione; ciò sarà più agevole nel caso in cui si disponga di un elemento nuovo e diverso rispetto a quelli già valutati, che possa per l’appunto essere preso in considerazione nell’ottica di far cambiare decisione al Giudice.
L’elemento nuovo potrà consistere in ogni circostanza capace di incidere sul quadro cautelare, in particolare facendo comprendere come le esigenze cautelari che giustificano il mantenimento della custodia siano affievolite nella loro gravità, di modo che gli arresti domiciliari possano essere considerati misura idonea ed adeguata alla loro salvaguardia, non essendo più necessaria la custodia inframuraria.