Giuseppe Migliore - Avvocato Penalista Roma

Custodia cautelare


Custodia Cautelare Significato

Molto spesso coloro che per lavoro non si occupano di questioni giuridiche (oppure coloro che si trovano coinvolti in un procedimento penale) si chiedono quale sia il significato del termine “custodia cautelare”, e soprattutto a chi, quando, ed in che termini essa venga applicata.

CUSTODIA CAUTELARE SIGNIFICATO

E’ bene in primo luogo precisare come il concetto di custodia cautelare si riferisca alla restrizione della libertà personale di un soggetto, accusato di un reato, che viene applicata prima che egli sia dichiarato colpevole con sentenza definitiva.

In altri termini la custodia cautelare non ha nulla a che vedere con l’espiazione di una pena divenuta definitiva a carico di un soggetto dichiarato colpevole all’esito di un processo concluso con sentenza irrevocabile.

Essere in custodia cautelare significa essere sottoposti ad una limitazione della propria libertà personale mentre si attende l’esito del procedimento penale a proprio carico (quindi la custodia cautelare può intervenire in ogni momento del procedimento, dalla fase delle indagini preliminari sino al Giudizio di Cassazione).

Con il termine custodia cautelare si fa riferimento alle due uniche misure cautelari di natura custodiale che esistono nel nostro Ordinamento: la custodia cautelare in carcere e gli arresti domiciliari (declinati in diverse tipologie).

Il tratto che accomuna le misure cautelari custodiali è per l’appunto la forte limitazione della libertà personale del soggetto sottoposto ad esse: questi sarà infatti obbligato a permanere in stato di restrizione, o in carcere o presso la propria abitazione, senza possibilità alcuna di potersi allontanare da tali luoghi se non previa autorizzazione del Giudice.

In parole più semplici si può affermare che essere in “custodia cautelare” significhi essere sottoposti o alla custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari.

REQUISITI PER L'APPLICAZIONE DELLA CUSTODIA CAUTELARE

I requisiti per l’applicazione di una misura così profondamente limitativa della libertà personale di un soggetto (prima che esso venga dichiarato colpevole di un reato) sono innanzitutto che a suo carico sussistano gravi indizi di colpevolezza, ovvero una serie di elementi e circostanze oggettive e pregnanti che lascino presagire con estrema probabilità che egli sia responsabile del reato addebitato.

In secondo luogo occorre che venga individuata l’esistenza di una delle esigenze cautelari (pericolo di fuga, pericolo di inquinamento delle prove, pericolo di reiterazione del reato); ovvero il Giudice, prima di poter applicare la custodia cautelare, dovrà ritenere in maniera oggettiva e concreta che se il soggetto dovesse permanere in libertà in attesa del giudizio una delle citate esigenze cautelari possa essere compromessa.

Vista l’estrema afflittività della custodia cautelare (sia essa in carcere o domiciliare) la Legge prevede che essa non possa essere applicata quando emerga che il fatto sia stato commesso in presenza di cause di giustificazione oppure qualora vi sia una causa di estinzione del reato.

Inoltre la custodia cautelare non potrà essere applicata qualora il Giudice ritenga che, all’esito del giudizio, possa essere concessa all’imputato la sospensione condizionale della pena.

A decidere circa l’applicazione della custodia cautelare sarà il Giudice che in quel momento procede contro l’accusato (a seconda della fase processuale), ma sempre previa richiesta del Pubblico Ministero, in quanto il Giudice non potrà applicare alcuna misura cautelare in assenza di apposita richiesta da parte dell’Ufficio di Procura.

Così delineato il significato del termine custodia cautelare si può precisare che ovviamente la custodia cautelare in carcere verrà applicata di norma solo come extrema ratio, ovvero solo nei casi in cui la gravità dei fatti e delle esigenze cautelari impongano al Giudice di dover adottare la misura di estremo rigore, non ritenendosi la misura degli arresti domiciliari adeguata e sufficiente a tutelare le ragioni di cautela.

La custodia cautelare avrà termine quando il Giudice, solitamente sulla base di nuovi elementi acquisiti in seguito all’emissione della misura cautelare, ritenga che le esigenze cautelari non siano più sussistenti, oppure che queste possano essere salvaguardate con una misura cautelare diversa da quelle aventi natura custodiale, e quindi meno afflittiva per il destinatario della stessa.